Tre giorni di pellegrinaggio da Gesù Nazareno a Roma per la canonizzazione del fondatore della Congregazione dei Padri Dottrinari, Cesare de Bus. Venti parrocchiani partiti venerdì 13 maggio con padre Binay Guria, raggiunti dal parroco padre Andrea Marchini sabato sera.
A Roma hanno visitato la mostra permanente Hereditas De Bus allestita nella casa generalizia dei Dottrinari in Santa Maria in Monticelli e partecipato alla messa di canonizzazione celebrata da papa Francesco domenica 15 dalle 10.
«Un momento bellissimo di fede e di grande gioia per i Dottrinari – dice padre Marchini – che il Papa durante l’omelia ha reso, con l’invito alla santità quotidiana da vivere con amore nelle nostre attività, una festa di famiglia».
«Il pellegrinaggio è stato un viaggio spirituale e di preghiera, che ci ha aiutato ad approfondire il nostro legame con Dio e con la comunità universale dei cristiani, grati per il dono di San Cesare, modello per tutti i catechisti» commenta padre Guria, mentre Susanna Bianco sottolinea come partecipando alla celebrazione «si sperimenta il significato di Chiesa universale e si percepisce la comunione dei santi».
Per Luisella Marengo Croveri e per suo marito San Cesare è da sempre un esempio: «Affrontare la malattia con serenità, riuscendo a vivere con gioia le piccole cose che la vita ci dà e che ci sfiorano senza che ce ne accorgiamo. Per questo sono venuta a Roma, per ringraziare padre Cesare».
Raffaella Romin e il marito Antonio Tolve hanno fin da ragazzi affrontato e consolidato insieme il cammino di fede «all’ombra di padre Cesare, che abbiamo conosciuto grazie ai padri Dottrinari che si sono succeduti nella parrocchia di Gesù Nazareno. Il pellegrinaggio unisce, rende tangibile la fratellanza, aumenta la speranza che la comunione che si vive in momenti come questi si possa irradiare, creando sentimenti di pace».
Altri parrocchiani di Gesù Nazareno erano presenti alla canonizzazione pur non avendo partecipato al pellegrinaggio.
m. f.
su La Voce e Il Tempo del 22 maggio 2022