Liturgia penitenziale

Oggi, lunedì 20 dicembre alle 18,30 in chiesa, subito dopo la messa, celebrazione del Sacramento della Riconciliazione per il Natale.

Dopo un momento di riflessione comunitaria i padri saranno disponibili per la confessione individuale fino alle 20.

Sono invitati in particolare gli adulti e le famiglie, ragazzi e giovani vivranno momenti specifici a loro dedicati.

Incontri biblici: terzo appuntamento

Terzo appuntamento degli incontri biblici con padre Giovanni Perizzolo.

I “viaggi” di San Paolo. Rischi, persecuzione, fallimenti e vittorie è il tema di venerdì 17 dicembre 2021 alle 21 nella Casa del Catechismo.

I temi di quest’anno pastorale saranno sul Nuovo Testamento.

Sarà necessario mantenere il distanziamento e indossare la mascherina.

Verso la festa di Cristo Re

La comunità si prepara a festeggiare, il 21 novembre, la solennità di Cristo Re, sin dalla fondazione festa patronale della parrocchia.

Una festa che, dopo quasi due anni di distanziamenti forzati causa pandemia, sarà anche occasione per ritrovarsi in allegria.

Padre Andrea è il nono parroco

Volti grati e gioiosi, seppure semi nascosti dalla mascherina: così domenica 10 ottobre la comunità di Gesù Nazareno a Torino, durante la messa delle 11,30 ha accolto il nuovo parroco, il Dottrinario padre Andrea Marchini. Don Sabino Frigato, vicario del Vescovo per la vita consacrata, dopo la lettura del decreto di nomina, ha portato l’augurio di mons. Nosiglia: «Questo è momento di gioia e solennità: la continuità pastorale è il segno dell’unità della Chiesa. Benvenuto a Gesù Nazareno, affianca la comunità nell’affrontare le nuove sfide pastorali ed educative, con particolare attenzione ai giovani e alle famiglie, continuando l’opera del predecessore». Il vescovo Cesare ha anche ringraziato i Padri della Dottrina Cristiana ai quali è affidata la parrocchia, fin dalla fondazione nel 1905.

Dopo il rinnovo delle promesse sacerdotali padre Andrea ha presieduto la concelebrazione, con don Sabino Frigato, i confratelli che lo affiancano in parrocchia, il superiore generale dei Dottrinari, padre Sergio La Pegna, padre Paolo De Leo, il predecessore, padre Ottorino Vanzaghi, e padre Lorenzo Curti, rettore del Santuario Nostra Signora di Lourdes.

Commentando le letture della XXVIII domenica del Tempo ordinario padre La Pegna ha chiesto il dono della Sapienza per padre Andrea e per la comunità parrocchiale «perché comprendano cos’è essenziale nella nostra vita. Gesù ci ricorda che è essenziale amare, nell’ascolto della Parola di Dio, come indicato nella lettera agli Ebrei. Il tale del Vangelo – ha suggerito padre La Pegna – è una persona in cerca di Dio, e ogni cristiano deve suscitare il desiderio di Dio. Mettiamo in pratica il vangelo della vicinanza».

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Padre Andrea Marchini, durante la concelebrazione con padre Sergio La Pegna e don Sabino Frigato.

Al termine della celebrazione il Consiglio Pastorale ha ringraziato padre Ottorino per gli anni trascorsi al Nazareno e manifestato la gioia della comunità per il ritorno di padre Andrea, che prima della benedizione finale ha detto: «Sono ritornato per camminare insieme verso il Signore, nel condurci reciprocamente a lui.

Padre Marchini, nato a Vigevano (PV) il 9 novembre 1970, al termine del liceo, nel 1990, entra in seminario. Dopo la licenza in teologia si specializza in pastorale giovanile e catechesi all’Università Salesiana di Roma. È ordinato prete il 27 dicembre 1997. È vice parroco a Roma (1997-1999), a Torino, a Gesù Nazareno (1999-2006) e a Vittoria (Rg) dal 2006 al 2014 per poi assumere la guida della comunità fino al 2018, quando torna a Roma per assumere la responsabilità di Sant’Andrea apostolo.

Ora è il nono parroco di Gesù Nazareno.

Dopo la messa, nel cortile della parrocchia, l’abbraccio festoso della comunità a padre Ottorino, in partenza per Roma, e al nuovo parroco: «Il cambiamento è uno stimolo, un nuovo progetto che Dio ti chiede. Lasci persone, alle quali sono grato in particolare per l’esperienza condivisa in questi difficili anni del Covid, e ne trovi altre. Torino è stata la mia prima esperienza di sacerdozio – ricorda padre Andrea – ora dovrò capire i cambiamenti nel quartiere, non dando per scontato che tutto sia rimasto uguale. Sulle orme del nostro fondatore San Cesare De Bus voglio dedicarmi soprattutto a due aspetti: la centralità della Parola e la catechesi. L’attenuarsi dell’emergenza sanitaria permetterà con maggiore facilità alla comunità parrocchiale di camminare insieme, come ha sempre fatto, non dimenticando nessuno e aprendo le porte a tutti».

Mauro Fresco

Solennità di Tutti i Santi

Lunedì 1° novembre, solennità di Tutti i Santi, l’orario delle messe sarà quello festivo. Alle 18 preghiera del Santo Rosario per i defunti.

Martedì 2 novembre, commemorazione dei defunti, le messe seguiranno l’orario feriale. 

Durante la celebrazione delle 18 saranno ricordati tutti i defunti dell’anno pastorale.

Esercizi spirituali, terza serata

Dal Vangelo

secondo Giovanni (Gv 5, 1-18)

Dopo questi fatti, ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.

Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: «Prendi la tua barella e cammina»». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: «Prendi e cammina»?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.

Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Ma Gesù disse loro: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

Esercizi spirituali, seconda serata

Dal Vangelo

secondo Giovanni (Gv 3, 1-21)

C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».

Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t’ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito».

Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

Esercizi spirituali, prima serata

Dal Vangelo

secondo Giovanni (2, 13-25)

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato».

I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome. Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro, egli infatti sapeva quello che c’è in ogni uomo.