“La notte appartiene agli amanti” canta Patti Smith e Timothy Radcliffe, teologo domenicano si interroga: «Cosa può dire un testo così carico di erotismo a un vecchio frate?».
Timothy Raddcliffe
Timothy Raddcliffe a Gesù Nazareno
Chiesa piena per ascoltare Timothy Raddcliffe
Il 27 settembre – nella chiesa di Gesù Nazareno dov’era difficile trovare posto – per Torino Spiritualità quest’anno dedicata “Ad infinita notte”, Radcliffe ha trovato connessione immediata nel Cantico dei Cantici.
«La notte è fatta per gli amanti, ma anche il giorno lo è. Nell’oscurità della notte il volto non si vede, si può toccare ma resta celato. Accade così anche quando guardiamo un altro e lo vediamo interamente; ma se ci avviciniamo per abbracciarlo possiamo vedere solo il volto e se lo baciano anche il volto scompare. Nella notte degli amanti non c’è più volto, la carne si fa una, una persona sola, ma amare qualcuno significa imparare a leggere il suo volto. C’è un tempo per essere due e un tempo per essere uno, amare significa sviluppare la capacità di essere vicini e comprendere gli altri. Dare amore è donare il nulla, lo spazio. Amare significa prendersi cura con affetto dell’alterità dell’altro».
«Il Corano – ha ricordato Radcliffe – ci ricorda che “Dio è più vicino a me della mia giugulare”, quindi più vicino di quanto possiamo immaginare, ma ci lascia essere.
La storia del cristianesimo è la storia del volto di Dio, nella Bibbia il volto di Dio è salvezza: tutti talvolta perdiamo il volto di Dio; per ritrovarlo dobbiamo essere il volto di Gesù gli uni per gli altri.
Così, diceva San Tommaso, dobbiamo riscoprire il tatto, “il più importante dei sensi perché è contatto”. Gesù toccava gli intoccabili e questo lo rendeva impuro agli occhi dei farisei: come Gesù dobbiamo essere il tocco di Dio. Dobbiamo riscoprire la bellezza di toccarci senza sporcarci.
Così è per gli amanti. L’amore della notte deve lasciare spazio all’amore del giorno, diventare testimonianza per tutti. L’amore non può essere soffocante, deve lasciare spazio ai figli, agli amici, a un vecchio prete, deve essere aperto agli altri.
Gli amanti nella notte non hanno bisogno delle parole, la loro comunione è completa, ma nel giorno sostituiranno il silenzio con le parole».
Timothy Raddcliffe dialoga con il pubblico
Mauro Fresco, fotografie di Federica Orecchia