Mettere al centro le famiglie. Intervista con padre Ottorino Vanzaghi

Tempo di bilanci per Gesù Nazareno: con l’ultimo appuntamento con le prime comunioni il 24 maggio e con le cresime dei ragazzi il 31, l’anno pastorale si avvia verso la conclusione, l’estate sarà occasione di formazione soprattutto per i gruppi giovanili, che stanno preparando i campi. Con il parroco, padre Ottorino Vanzaghi, riepiloghiamo l’anno trascorso e anticipiamo gli scenari futuri.

Qual è stato il momento più importante?

L’elezione del nuovo Consiglio pastorale parrocchiale. In una parrocchia grande come Gesù Nazareno è fondamentale che i tanti gruppi e le diverse realtà si muovano in sintonia negli stessi ambiti pastorali; un cammino difficile, ma un’abitudine da consolidare. Altrimenti si corre il rischio di svolgere molto bene il proprio servizio particolare ma perdendo di vista l’insieme dell’azione pastorale.

Liturgia, catechesi, famiglia, carità e giovani: anche il lavoro delle commissioni di ciascun ambito va in questa direzione?

L’obiettivo è lo stesso, aggiungerei  che il coordinamento delle commissioni permette anche un più fecondo coinvolgimento del laicato e maggiore autonomia, in coerenza con le indicazioni del Concilio Vaticano II. Quest’anno ci siamo concentrati in particolare sulla famiglia, in questo biennio pastorale tra i due Sinodi dedicati a riflettere proprio sulla famiglia cristiana. Così anche per i settori catechesi, carità e giovani abbiamo privilegiato l’attenzione per le famiglie, favorito il coinvolgimento, sollecitato la partecipazione.

Anche il quartiere sta cambiando.

Siamo di fronte a un ricambio generazionale, stanno arrivando molte famiglie nuove. Organizzeremo, domenica 4 ottobre, san Francesco, una intera giornata dedicata al tema della famiglia. Non sono ancora in grado di anticipare i dettagli, ma cercheremo di fare un ragionamento ampio, con tutta la comunità chiamata a riflettere su quanta attenzione la Chiesa riserva alle famiglie, anche e soprattutto a quelle che stanno vivendo momenti difficili. Nei prossimi anni dovremo aprirci di più alle famiglie formate da genitori conviventi o da divorziati-risposati, immaginare percorsi specifici di catechesi, in sintonia con quanto sta facendo la Diocesi di Torino.

Facciamo il punto sulla carità.

Il grande lavoro della San Vincenzo parrocchiale è sotto gli occhi di tutti, il doposcuola per bambini stranieri, organizzati dal Mosaico ONLUS ha un successo straordinario. La novità è il Centro Servizi, un tentativo di offrire risposte alla grave mancanza di lavoro che ha creato nuove povertà e ne ha radicalizzate altre. L’iniziativa del Centro Servizi Diamoci una mano “Fai la carità! Dai lavoro!” va in questa direzione. Dar vita a una rete solidale in grado di generare occasioni di lavoro per chi lo ha perduto, favorendo l’incontro tra domanda e offerta e spiegando bene come funzionano i voucher lavoro, aiutando a superare cautele eccessive e diffidenze.

Liturgia: in parrocchia la presenza alle messe domenicali è ancora molto alta, ma il livello di partecipazione non sembra così attivo. Non sarebbe il caso di stimolare un maggior protagonismo da parte di tutta la comunità, per esempio riducendo il numero di canti durante la celebrazione, ma scegliendoli tra i più noti e con tonalità adeguate perché tutti, e non solo il coro, possano cantare? Non si potrebbe ampliare la platea dei lettori durante la liturgia della Parola?

La presenza alla celebrazione domenicale è in calo in tutto il Paese, il concetto di precetto è saltato. In tempi di nuova evangelizzazione dobbiamo sforzarci affinché tutti riscoprano la bellezza dell’incontro con Gesù non per dovere, ma per gioia personale e collettiva. A questo sforzo di formazione dobbiamo senza dubbio affiancare anche modi – dalla scelta dei canti al coinvolgimento dei gruppi giovanili, all’estensione della platea di lettori della Parola – che, senza sminuire la ritualità della liturgia, favoriscano la partecipazione di tutti, un tentativo già in atto con la messa delle dieci, dove abbiano cercato di essere più coinvolgenti, in particolare verso le famiglie.

Chiudiamo parlando di soldi: è cambiata anche la Commissione affari economici.

Sono cambiati sia i tre membri della Commissione sia il commercialista. Abbiamo separato nettamente i ruoli tra lo studio che redige il bilancio e tiene la contabilità, anche in rapporto alla Diocesi e agli organi competenti dello Stato, e la Commissione. Il segretario intrattiene i rapporti con la Curia diocesana e gli enti o le ONLUS che ruotano intorno alla parrocchia. Un membro tiene sotto controllo i conti (entrate e uscite, estratti conto, bollette ecc.) e il terzo i rapporti con lo studio del commercialista. In questo modo si garantisce efficienza nella massima trasparenza. Grazie alla generosità di tutta la comunità siamo riusciti, in questi anni difficili per il perdurare della crisi economica, ad azzerare i debiti. Una situazione che ci permetterà, nel futuro, di pianificare gli interventi di restauro all’interno della chiesa che stanno diventando urgenti: dalla sostituzione degli infissi alla ripartizione del riscaldamento, dalla sostituzione degli impianti elettrici e acustici al rifacimento del pavimento alla tinteggiatura: ma è un impegno enorme, ne parleremo nei prossimi anni.

Mauro Fresco