Emilio De Santis, il cammino che porta al diaconato: per servire
Diacono. Molti, interrogati su chi sia, risponderebbero: «Beh, è quasi un prete». Per capire meglio abbiamo chiesto a Emilio De Santis – medico di 63 anni, sposato da 36, padre di cinque figli, due dei quali adottati, che domenica 15 novembre sarà ordinato in duomo dall’arcivescovo Nosiglia – parrocchiano di Gesù Nazareno dal giorno del matrimonio, di spiegarci perché e come si diventa diaconi.
Emilio, un grande sorriso semi nascosto dalla barba candida non si tira indietro:«Il diacono è il servitore, colui che che affianca presbiteri e vescovi, li aiuta», testimone del sacerdozio di Cristo. Il Concilio Vaticano II ha rivalutato l’importanza dei diaconi e la Lumen Gentium ricorda che ad essi le mani vengono imposte “non per il sacerdozio, ma per il servizio”, per la vita della Chiesa.
Anche per Emilio questa è stata la molla: servire. «Un cammino progressivo, sempre condiviso con mia moglie: la partecipazione alla vita della comunità parrocchiale di Gesù Nazareno – in particolare con l’esperienza del Vangelo nelle case, dapprima come partecipante e poi come responsabile negli ultimi undici anni –, l’educazione dei figli, la scelta dell’adozione e la condivisione del cammino di coppie che tentavano quella internazionale, la condivisione di un percorso di confronto formativo di fede all’interno dell’Equipe Notre Dame».
Poi la decisione. «Dapprima, due anni da aspirante diacono, poi, dopo la scelta definitiva, condivisa anche dalla moglie che la manifesta pubblicamente, altri tre anni da candidato diacono nei quali ci si forma ulteriormente per essere pronti al servizio al quale si sarà destinati dal Vescovo».
Il che avverrà dopo che Emilio, domenica 15 novembre, sarà ordinato, ancora una volta dopo aver sentito sua moglie, che da quasi quarant’anni ne condivide il cammino, ribadire pubblicamente di essere concorde.
Dove andrà a servire, Emilio? «Dove deciderà il vescovo, lui sa dove c’è bisogno di me».
Il 15 novembre il vescovo Nosiglia ha destinato Emilio De Santis a Gesù Nazareno.
Mauro Fresco