Le molte vocazioni per Cristo Re
Nella storia della salvezza, narrata nell’Antico e nel Nuovo Testamento, Dio chiama molte volte: molte persone, molto diverse tra loro per età e per censo, per sesso e per credo religioso. La vocazione (dalla radice latina vocare, chiamare, che per i Romani era anche anche espressione del diritto ad accettare o rifiutare l’eredità) è innata, ma deve essere coltivata e la si può, appunto, accettare o rifiutare. La vocazione si educa, richiede applicazione, costanza e perseveranza.
Ha scritto il cardinale Carlo Maria Martini: «La vocazione cristiana è l’assunzione di responsabilità affettuosa e amorosa per gli altri. Non è semplicemente un impegno di carattere organizzativo. Non è vocazione se non entra il cuore, se non entra l’amore. Per questo la domanda fondamentale è sull’amore. Vocazione è l’espressione della mia capacità di amare, nelle coordinate storiche, psicologiche della mia vita e della mia persona. Per questo le vocazioni fondamentali nella vita cristiana sono riducibili a due: o quella di assumersi responsabilità per un’altra persona, per un uomo o per una donna con cui mi unisco pienamente in assunzione reciproca di responsabilità per divenire a nostra volta responsabili di altri: la famiglia. Oppure quella di assumersi la responsabilità in un servizio di consacrazione nella Chiesa: consacrazione sacerdotale o religiosa. Sono le due vocazioni fondamentali, perché sono assunzione di responsabilità personali-affettive, in cui l’amore è determinante. È chiaro che poi da queste partono tutte le altre responsabilità, perché non si può assumere responsabilità senza amore e, quindi, ogni servizio civile, sociale, organizzativo non può essere fatto senza un po’ d’amore».
Domenica 17 novembre abbiamo festeggiato gli sposi che hanno rinnovato le loro promesse matrimoniali, una vocazione.
Nella solennità di Cristo Re, domenica 24 novembre, la nostra comunità ha celebrato per tradizione ormai secolare la propria festa parrocchiale, che quest’anno, con la testimonianza di padre Battista Previtali e di padre Ottorino Vanzaghi, ci ha portati a riflettere sulla vocazione al sacerdozio.
Padre Battista ha celebrato i 60 anni dall’ordinazione sacerdotale; padre Ottorino i venticinque: era il 19 novembre 1994, Cristo Re.
Entrambi hanno camminato a lungo con noi, obbedendo alla chiamata della loro Congregazione e dei vescovi che li vollero parroci a Gesù Nazareno, per “pascere il popolo di Dio”. Entrambi – con i loro successori o predecessori – si spesero e si spendono perché la comunità cristiana che vive nel Cit Turin fosse e sia ricca di fede e carità, rispettosa nella diversità dei carismi, ma unita nella testimonianza.
È tempo di dire grazie.