La preghiera; e non saremo soli
Intimoriti, preoccupati, sconcertati, malati, affranti. Non ci bastano gli aggettivi per descrivere l’esperienza che stiamo vivendo, spaventati dal cambiamento imposto da un virus.
Chissà come celebrarono la festa di Cristo Re i fratelli e le sorelle che ci hanno preceduto in questo quartiere, nel territorio di questa nostra parrocchia di Gesù Nazareno negli anni tra il 1918 e il 1920, usciti da una guerra mondiale e alle prese con la spagnola; oppure tra il 1940 e il 1945, dapprima sotto le bombe anglo-americane, poi con l’occupazione nazi-fascista, gli orrori e le devastazioni di un conflitto terribile.
Qualcuno tra noi avrà raccolto le testimonianze di genitori e nonni: forse in quelle antiche parole trova conforto nella solitudine odierna.
Oggi celebriamo Cristo Re senza le bandiere in chiesa, i giochi dei bambini e dei ragazzi nel cortile, gli abbracci tra amici sul sagrato. Oggi è difficile anche condividere, dare da mangiare all’affamato, da bere all’assetato, accogliere lo straniero, rivestire l’ignudo, visitare il malato e il carcerato.
Eppure, pur nello sgomento, siamo certi che il Pastore, il Re, è con noi, ci conduce in un luogo sicuro, la morte è annientata, Dio è tutto, in tutti.
Oggi, allora, quando sentiremo suonare le campane della nostra chiesa, fermiamoci e riuniamoci in preghiera. Non saremo più soli.
padre Ottorino Vanzaghi, parroco di Gesù Nazareno
Domenica 22 novembre 2020, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.